F. Del Tredici: Storie di (in)distinzione a Milano

Cover
Titel
Un' altra nobiltà. Storie di (in)distinzione a Milano. Secoli XIV-XV


Autor(en)
Del Tredici, Federico
Erschienen
Milano 2017: Franco Angeli
Anzahl Seiten
282 S.
von
Roberto Leggero

Il bel libro di Federico Del Tredici affronta un tema, quello della definizione della “nobiltà milanese”, che aveva bisogno di essere ripreso e analizzato alla luce delle conquiste e delle prospettive della storiografia più informata. Infatti, il compito di risolvere i nodi principali che riguardano l’ampio problema della “nobiltà milanese” appare lontano dall’essere esaurito, nonostante i lavori recenti di Maria Nadia Covini, di Andrea Gamberini, di Stefano Meschini e di altri ma anche a un contributo precedente dello stesso autore, Comunità, nobili e gentiluomini nel contado di Milano del Quattrocento (2013). Ben venga, dunque, un’analisi articolata attorno a una serie di snodi problematici, di prospettive e di famiglie che consentono di ricomporre una visione a tutto tondo della “nobiltà milanese” dei secoli XIV e XV.

Ma occorre spiegare in che senso si utilizza l’espressione “a tutto tondo”, visto che Del Tredici stesso ritiene di aver dato una visione soltanto parziale dei problemi che tratta (p. 233). Si intenderà dunque questa espressione come riferita alla particolare prospettiva individuata dal volume, che ha il suo punto fermo nell’analisi della matricola dei nobili del 1377, cioè nello strumento utilizzato per controllare l’accesso al canonicato ordinario della cattedrale di Milano.

L’autore, pur dichiarando fin dalla prima pagina dell’Introduzione al volume, di accettare le posizioni di coloro che hanno inteso «smussare l’idea di una radicale e originaria diversità della nobiltà italiana nel quadro europeo» (p. 11), non rinuncia a proporre una lettura della matricola in grado di giustificare la diversità della “nobiltà milanese” richiamata dal titolo.

Che cosa significa “essere nobili” a Milano nei secoli XIV e XV? La risposta, che l’autore ricava dalla matricola è: significa appartenere a una certa parentela, mentre né l’essere cittadino milanese né i servizi prestati nelle magistrature urbane né
l’accesso al capitolo del Duomo appaiono requisiti necessari. È ciò che Del Tredici chiama «un’idea di nobiltà ‘esasperatamente’ naturale» (p. 35).

Tuttavia, anche nascite non propriamente legittime non impedivano di ottenere il canonicato previa dispensa (p. 86), cosa che non sarebbe priva d’importanza, visto il rapporto instaurato tra stirpe, “nobiltà”, matricola, e canonicato. Sarebbe
stato interessante (ma probabilmente le fonti latitano) avere su questo punto maggiori informazioni per consentire al lettore di capire meglio tali meccanismi di legittimazione.

Ma, avverte con chiarezza l’autore, l’idea di “nobiltà” di cui egli intende indagare la diffusione, non era l’unica circolante tra XIV e XV secolo (p. 35). Le differenze, anzi, vanno rilevate, secondo Del Tredici, per comprendere i meccanismi di funzionamento, i caratteri originali e la direzione presa dalla società milanese (p. 233).

Tuttavia, proprio per questo e in modo programmatico, l’autore rinuncia all’utilizzo di fonti teoriche e letterarie per privilegiare altri materiali, anche iconografici, che meglio gli consentano di mettere a fuoco la diffusione del modello di “nobiltà” che lo interessa. Rispetto ad altri modelli di nobiltà circolanti all’epoca sembrerebbe trattarsi forse di un esemplare grossolano, come gli affreschi «di bassa qualità», come gli «scarabocchi» (p. 35) che rientrano tra le fonti considerate, eppure appare chiaro a chi legge non solo che a tale modello l’autore dà credito, ma ad esso restituisce una dignità che è quella di opere umane apparentemente sbozzate e ingenue – certi intarsi, certe semplici decorazioni, certe piccole rifiniture delle baite di montagna – ma che, a un’osservazione più attenta, rivelano una profondità e una maestria non immediatamente visibile.

E, in effetti, la domanda che il lettore vorrebbe muovere all’autore è la seguente: perché non considerare anche questo “modello nobiliare” come manifestazione di una dimensione politica, soprattutto alla luce dell’idea, chiaramente espressa, secondo la quale «l’idea di nobiltà matricolare aveva radici più antiche di altre e che altrettanto certamente essa godeva di un posto privilegiato nella Milano del tardo medioevo» (p. 233)? Bisogna appunto attendere le conclusioni del volume per poter avere una risposta positiva a questo interrogativo (Conclusioni. Tra Popolo e patriziato, significato politico di una nobiltà naturale, in particolare da p. 239) ma anche per apprendere come Del Tredici ritenga possibile «avvicinare la vicenda (…) delle altre città lombarde» grazie allo studio della “nobiltà matricolare” milanese. Perciò, almeno per la sensibilità – o le fissazioni – di chi scrive, confondono il lettore sia l’utilizzo dell’espressione “nobiltà naturale” sia, nel titolo al volume, il concetto di “altra nobiltà”.

Il volume si apre (cap. I) con l’amletico problema dell’“essere nobili o essere comuni”, esaminando il tentativo del prevosto di Mezzana – Giacomo Grossoni – di stabilire una forte identità familiare attraverso la fondazione di una cappellania (1326) posta sotto il patronato dei suoi parenti. Il progetto sostanzialmente fallisce, nonostante alcuni aspetti paradossali delle vicende familiari che l’autore non manca di sottolineare.

Il volume procede poi attraverso l’adozione di punti di vista diversi sulla diffusione del modello di “nobiltà naturale”: ora quello del contado (cap. II), ora quello della città (cap. III), ora quello dei “signori” (cap. IV) della città.

Particolarmente interessanti sono le considerazioni svolte nel III capitolo, che analizza il tema dello “spazio cetuale” rappresentato dall’altare maggiore del Duomo (p. 87). La trasformazione da spazi teoricamente pubblici a spazi privati, di ceto in questo caso, rende bene il passaggio da una fase della storia a un’altra. Nessuno poteva essere insignito della condizione di canonico presso l’altare maggiore se non fosse stato nobile (p. 89).

I successivi tre capitoli si occupano di definire il tema della “nobiltà” e della parentela nel momento del conflitto (cap. V), nel momento della organizzazione gerarchica della clientela e della parentela (cap. VI), come emerge dal resoconto di una cena organizzata da Gaspare Visconti, alla tavola del quale siedono personaggi nobili sì, ma lontanissimi per condizione personale dal padrone di casa (p. 171), e, infine, nel momento – fonda- mentale per le strategie familiari – del matrimonio (cap. VII).

Giustamente il volume si chiude guardando alla fase terminale delle vicende legate alla matricola milanese (cap. VIII, Oltre la matricola) e, ancora una volta l’autore assume un punto di vista molteplice che spazia dal contado alla città. È suggestivo anche l’Epilogo del volume che riprende brevemente il tema delle decorazioni delle stanze di due personaggi – uno anonimo, l’altro meno – Lampugnani di Azzate e Branda Castiglioni. I Castiglioni completeranno la rappresentazione familiare affidata da entrambi all’albero genealogico, con una galleria di ritratti degli “eroi” della casa Castiglioni. I soli stemmi non bastano più, afferma l’autore, contano i meriti di ciascuno degli antenati. Inevitabile pensare al Museo gioviano di Como.

Le Conclusioni, le appendici, le fotografie, le carte, l’indice delle opere citate e dei nomi completano il volume e se l’autore afferma – forse con eccessivo understatement – di non avere «alcuna pretesa di aver spiegato cosa fosse la nobiltà milanese tra Tre e Quattrocento» (p. 233), il lettore, giunto alla fine del libro, non resterà certamente deluso.

Zitierweise:
Leggero, Roberto: Rezension zu: Del Tredici, Federico: Un’altra nobiltà. Storie di (in)distinzione a Milano. Secoli XIV-XV Milano, Franco Angeli, 2017. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2018, Vol. 163, pagine 153-154.

Redaktion
Autor(en)
Beiträger
Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, 2018, Vol. 163, pagine 153-154.

Weitere Informationen
Klassifikation
Region(en)
Mehr zum Buch
Inhalte und Rezensionen
Verfügbarkeit